Differenze tra le versioni di "Manifesto di Anita"
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− | Anita significa A Network for Italy's Technology Advancement, ma è anche un riferimento ad Anita Garibaldi, donna rivoluzionaria che ha creduto nelle proprie idee ed ha contribuito a costruire l'Italia assieme | + | Anita significa A Network for Italy's Technology Advancement, ma è anche un riferimento ad Anita Garibaldi, donna rivoluzionaria che ha creduto nelle proprie idee ed ha contribuito a costruire l'Italia assieme a Giuseppe Garibaldi. |
− | Il progetto Anita nasce dalla consapevolezza che l'informatica, nell'amministrazione pubblica italiana, è utilizzata poco e male, soprattutto perché manca una conoscenza diffusa del funzionamento delle nuove tecnologie. È necessaria una rivoluzione nel modo di pensare l'utilizzo dell'informatica: non come un modo per spendere tempo e denaro, ma come un modo per risparmiarli. | + | Il progetto Anita nasce dalla consapevolezza che l'informatica, nell'amministrazione pubblica italiana, è utilizzata poco e male, soprattutto perché manca una conoscenza diffusa del funzionamento delle nuove tecnologie. È necessaria una rivoluzione nel modo di pensare l'utilizzo dell'informatica: non come un modo per spendere tempo e denaro, ma come un modo per risparmiarli. E questo si può ottenere soltanto <strong>diffondendo la conoscenza delle tecnologie informatiche</strong>. È necessario combattere il grave analfabetismo informatico che limita le possibilità di sviluppo del nostro Paese. |
− | Il progetto Anita si pone l'obiettivo di realizzare guide pratiche passo passo per spiegare a tutti gli utenti, siano essi cittadini, amministratori di un comune o una regione, forze dell'ordine, o insegnanti, come utilizzare strumenti liberi ed open source per risparmiare tempo e denaro. | + | Il progetto Anita si pone l'obiettivo di realizzare guide pratiche passo passo per spiegare a tutti gli utenti, siano essi cittadini, amministratori di un comune o una regione, forze dell'ordine, o insegnanti, come utilizzare strumenti liberi ed open source per risparmiare tempo e denaro. La speranza è che in futuro questo aiuti anche a ridurre la burocrazia. Tutte le guide verranno sviluppate prendendo come base un sistema operativo che chiameremo "Anita OS". Non intendiamo necessariamente pubblicare una vera e propria distribuzione: piuttosto, vogliamo permettere a chiunque di trasformare la propria distro in Anita OS grazie a script di configurazione ed installazione. AnitaOS sarà basato su Kubuntu LTS (speriamo di riuscire a prepararne una versione valida in tempo per la 18.04). Nel caso in cui Kubuntu non risulti adatta (per esempio a causa di un eventuale abbandono del supporto per processori 32bit), utilizzeremo Debian come punto di riferimento. Si è scelto di partire da Kubuntu perché il desktop KDE è quello che si può ricordare più facilmente Windows 7, il sistema con cui la maggioranza degli italiani è abituata a lavorare, perché le politiche di Ubuntu permettono l'utilizzo di software proprietari che sono al momento fondamentali per un utilizzo da parte di amministrazioni pubbliche come Flash ed i font Microsoft. |
− | Intendiamo inserire in Anita OS | + | Intendiamo inserire in Anita OS tutti i programmi necessari per svolgere le attività richieste dalla pubblica amministrazione. Qualora un programma non esista, abbiamo intenzione di scriverlo e rilasciarlo con una licenza libera. Tutti i programmi della distribuzione Anita OS dovranno soddisfare i seguenti requisiti in ordine di importanza: |
*Essere gratuiti | *Essere gratuiti | ||
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Crediamo che sia infatti importante per uno Stato affidarsi a programmi che garantiscano le libertà fondamentali dell'utente. Tuttavia, ci rendiamo anche conto che alcune operazioni possono a volte essere svolte soltanto con programmi non liberi. Il nostro obiettivo primario, comunque, è che siano gratuiti, affinché ogni utente possa accedervi a prescindere dalla sua condizione economica. Con il tempo potremo pensare di sviluppare alternative libere a programmi che attualmente non lo sono, ma pensiamo prima di tutto ad avere un sistema funzionante. | Crediamo che sia infatti importante per uno Stato affidarsi a programmi che garantiscano le libertà fondamentali dell'utente. Tuttavia, ci rendiamo anche conto che alcune operazioni possono a volte essere svolte soltanto con programmi non liberi. Il nostro obiettivo primario, comunque, è che siano gratuiti, affinché ogni utente possa accedervi a prescindere dalla sua condizione economica. Con il tempo potremo pensare di sviluppare alternative libere a programmi che attualmente non lo sono, ma pensiamo prima di tutto ad avere un sistema funzionante. | ||
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+ | In linea di principio, non ci interessa particolarmente il fatto che il nostro codice possa essere utilizzato da terzi per scopi commerciali: l'obiettivo primario è massimizzare il bacino di utenti. Solo in secondo luogo, dopo avere raggiunto una stabilità tale da garantire la possibilità per la pubblica amministrazione italiana di adottare in massa AnitaOS in sostituzione a Windows ed altri sistemi, potremo pensare di cambiare gradualmente parti del progetto per ottenere una distro di solo software libero. |
Versione attuale delle 23:29, 27 set 2017
Anita significa A Network for Italy's Technology Advancement, ma è anche un riferimento ad Anita Garibaldi, donna rivoluzionaria che ha creduto nelle proprie idee ed ha contribuito a costruire l'Italia assieme a Giuseppe Garibaldi.
Il progetto Anita nasce dalla consapevolezza che l'informatica, nell'amministrazione pubblica italiana, è utilizzata poco e male, soprattutto perché manca una conoscenza diffusa del funzionamento delle nuove tecnologie. È necessaria una rivoluzione nel modo di pensare l'utilizzo dell'informatica: non come un modo per spendere tempo e denaro, ma come un modo per risparmiarli. E questo si può ottenere soltanto diffondendo la conoscenza delle tecnologie informatiche. È necessario combattere il grave analfabetismo informatico che limita le possibilità di sviluppo del nostro Paese.
Il progetto Anita si pone l'obiettivo di realizzare guide pratiche passo passo per spiegare a tutti gli utenti, siano essi cittadini, amministratori di un comune o una regione, forze dell'ordine, o insegnanti, come utilizzare strumenti liberi ed open source per risparmiare tempo e denaro. La speranza è che in futuro questo aiuti anche a ridurre la burocrazia. Tutte le guide verranno sviluppate prendendo come base un sistema operativo che chiameremo "Anita OS". Non intendiamo necessariamente pubblicare una vera e propria distribuzione: piuttosto, vogliamo permettere a chiunque di trasformare la propria distro in Anita OS grazie a script di configurazione ed installazione. AnitaOS sarà basato su Kubuntu LTS (speriamo di riuscire a prepararne una versione valida in tempo per la 18.04). Nel caso in cui Kubuntu non risulti adatta (per esempio a causa di un eventuale abbandono del supporto per processori 32bit), utilizzeremo Debian come punto di riferimento. Si è scelto di partire da Kubuntu perché il desktop KDE è quello che si può ricordare più facilmente Windows 7, il sistema con cui la maggioranza degli italiani è abituata a lavorare, perché le politiche di Ubuntu permettono l'utilizzo di software proprietari che sono al momento fondamentali per un utilizzo da parte di amministrazioni pubbliche come Flash ed i font Microsoft.
Intendiamo inserire in Anita OS tutti i programmi necessari per svolgere le attività richieste dalla pubblica amministrazione. Qualora un programma non esista, abbiamo intenzione di scriverlo e rilasciarlo con una licenza libera. Tutti i programmi della distribuzione Anita OS dovranno soddisfare i seguenti requisiti in ordine di importanza:
- Essere gratuiti
- Essere open source
- Essere liberi
Crediamo che sia infatti importante per uno Stato affidarsi a programmi che garantiscano le libertà fondamentali dell'utente. Tuttavia, ci rendiamo anche conto che alcune operazioni possono a volte essere svolte soltanto con programmi non liberi. Il nostro obiettivo primario, comunque, è che siano gratuiti, affinché ogni utente possa accedervi a prescindere dalla sua condizione economica. Con il tempo potremo pensare di sviluppare alternative libere a programmi che attualmente non lo sono, ma pensiamo prima di tutto ad avere un sistema funzionante.
In linea di principio, non ci interessa particolarmente il fatto che il nostro codice possa essere utilizzato da terzi per scopi commerciali: l'obiettivo primario è massimizzare il bacino di utenti. Solo in secondo luogo, dopo avere raggiunto una stabilità tale da garantire la possibilità per la pubblica amministrazione italiana di adottare in massa AnitaOS in sostituzione a Windows ed altri sistemi, potremo pensare di cambiare gradualmente parti del progetto per ottenere una distro di solo software libero.